Il tempo ci ha proprio dato una mano: se avessimo potuto scegliere, non saremmo stati in grado di mettere insieme un cielo così terso, il clima mite, l’aria che ci accompagna durante la salita e che si ferma a mezzogiorno per non disturbare il concerto, un sole settembrino che filtra attraverso le querce ma non in modo troppo forte. Tutto ha cospirato perché quando i nostri amici hanno iniziato a suonare non ci fossero dubbi: ci trovavamo in una bellissima favola. Una favola d’altri tempi, forse del trecento, forse del settecento,comunque una favola che siamo riusciti a raccontarci ancora una volta.
Le note del quartetto numero 4 , K 157, di Mozart, ma ancor di più le ispirate e toccanti melodie del quintetto per flauto e archi in La Maggiore K 581, ci hanno fatto perdere per un po’ il contatto con la realtà, facendoci sognare. Anche questo può e deve fare la musica, e anche per questo vogliamo che funzioni sempre meglio l’Associazione Culturale Sorasengi.
Peter, Bruno, Zoltan, Serena e l’amico Gino con il suo flauto ci hanno ancora una volta rapito, ma non più sorpreso: sapevamo già che avrebbero suonato meravigliosamente, e così è stato.
E dopo il concerto, pasta col sugo di Sorasengi (aglio, olio, peperoncino pomodoro e basilico (raccolto il mattino), salame, formaggio e altre leccornie. E gli amabili conversari in un ambiente che riesce sempre a farci vedere quanto grande sia la natura, in particolare sul nostro Monte Baldo.
Una ventina di nuove tessere e la partecipazione di responsabili di altri gruppi che fanno attività sul territorio allargano sempre più la cerchia degli amici di Sorasengi e ci stimolano a pensare a nuove iniziative.
Un grazie quindi alla nostra buona stella, ai musicisti, a quanti hanno partecipato e un invito a tenersi sempre più in contatto con l’Associazione, anche portando proposte e contributi sempre graditi.
Per l’ Associazione Culturale “Sorasengi”
Giacomo Brunelli
A volte ci si sente soli, sembra che niente e nessuno possa consolare il nostro senso di solitudine.. ma quando ci si trova a vivere giornate come quelle di domenica, dove ciò che conta è la sostanza delle emozioni e dove si vive appieno senza filtri e senza veli, ci si rende conto che finché avremo la musica nel nostro cuore e finché la dolce melodia del vento in montagna ci saprà emozionare, allora non saremo mai soli..
Grazie a tutti, ai musicisti in primis e al tempo, clemente anche questa volta.. ma un grazie va a mio padre, perché senza di lui non sarebbe stato possibile! Grazie!